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Oggi, con 60 milioni di persone in fuga da guerre e povertà, la condizione delle popolazioni in movimento è una delle principali emergenze umanitarie globali. Per questo oggi affrontiamo il tema delle popolazioni in movimento, insieme a Medici Senza Frontiere, che offre assistenza a milioni di persone in fuga in trenta paesi. Tutti noi possiamo contribuire a scrivere una storia migliore, fatta di accoglienza e vicinanza, per tutte le persone costrette a fare milioni di passi in cerca di un altro vivere.
Sosteniamo la campagna di Medici Senza Frontiere #MILIONIDIPASSI. Uniamoci all’appello di MSF rivolto all'opinione pubblica e ai governi per restituire umanità al tema delle migrazioni forzate di milioni di persone in fuga, per garantire il diritto di tutti ad avere salva la vita.
Molti prodotti del Commercio Equo e Solidale sono il risultato del lavoro di chi ha vissuto direttamente o indirettamente il fenomeno delle migrazioni. Molti produttori testimoniano che il Commercio Equo e Solidale, attraverso la possibilità di un lavoro dignitoso e di un’educazione per i figli, può contribuire a limitare il fenomeno dell’abbandono delle campagne e dei paesi d’origine e a far sì che l’emigrazione diventi una scelta libera, espressione del diritto di tutti di spostarsi per realizzarsi, alla ricerca di un altro vivere.
Se già il punto di partenza era
abbastanza scollato dalla buona causa
, per non dire del tutto insensato (donate soldi alla ricerca, mangiate bene e fate sport se volete lottare contro il cancro) col passare del tempo
il collegamento si è perso del tutto
. Senza contare che molte persone che col cancro hanno combattuto davvero
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. “
In definitiva non è altro che l’ennesimo pretesto per mettere in mostra se stessi, altro che supporto alla battaglia contro i tumori
” hanno spiegato in molti.
Se su Twitter la questione ha assunto un aspetto ironico e sarcastico – come quasi sempre accade sul social del passerotto– su Facebook la catena delle foto ricordo è ormai inarrestabile e asfissiante. Vacanze d’epoca, primi amori, foto sbiadite e fuori fuoco, carnevali d’antan, pranzi, cene, gite con la nonna, autoscatti vintage ma anche – visto che il bianco e nero era scomparso da tempo quando buona parte dell’utenza della piattaforma è nata – generiche foto vecchie . Senza infamia e senza lode. Momenti di vita importantissimi per ciascuno di noi ma lontanissimi dalla causa di partenza.
Dal 1958
Correva l’anno 1957, quando il signor Giovanni Guidi noto scultore del paese, decidese di acquistare l’ex officina Fiat della famiglia Ricci e trasformarla in una struttura ricettiva denominata Albergo Ristorante Guidi .
Qualche mese dopo però Giovanni , a causa di problemi famigliari, prese la decisione di lasciare l’albergo.
Fu cosi’ che Buonfiglio Bravaccini , nonno dell’attuale proprietario Andrea, stimolato dai figli, si convinse ad acquistare l’Albergo.
Buonfiglio tuttavia rimaneva titubante ed era tormentato da una preoccupazione di fondo : non essere all’altezza di gestire un’attività di quel genere poichè le sue esperienze di lavoro erano solo di carattere agricolo, provenendo da una famiglia di contadini.
Così Buonfiglio prese la decisione di dare in gestione l’albergo ad una persona con esperienza in questo mestiere in accordo con i figli: Ornello, Mario, Gigino, Lina, la moglie Lerina.
La persona, scelta su consiglio di un amico, era un direttore di alberghi proveniente dal capoluogo, Bologna .
Fu così che naque nel 1958 l’ Albergo Bar Ristorante Bologna .
In quei tempi era possibile dare in affitto un’ attività mantenendo la proprietà della licenza e questa soluzione si rilevò una grossa complicazione in
quanto il direttore era una persona incapace e con pochi scrupoli poichè acquistava e non pagava i fornitori accolando il debito sugli intestatari della licenza.
In un anno raggiunse un debito di attivita’ pari a 13 milioni di lire , una cifra enorme per quell’epoca, con quei soldi a San Piero in Bagno si potevano comprare 10 appartamenti.
A questo punto la Famiglia Bravaccini unita convinse il direttore ad abbandonare la sua posizione e si prese in carico le onerose passività.
Con determinazione, affrontando tutte le difficoltà del caso, la famiglia prese in gestione l’albergo e diede inizio alla storia di due generazioni che sono nate e vissute nella struttura realizzando quello che oggi rappresenta l’Albergo Ristorante Bologna.